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L'attività professionale è una impresa

Italia Oggi, 25/03/2004

Ai fini della concorrenza i professionisti sono come le imprese. L'Italia si allinea dunque con quanto sancito dal commissario europeo alla concorrenza, Mario Monti, e con quanto più volte ricordato dall'Antitrust italiano. Ma entra in rotta di collisione con le conclusioni alle quali è giunta recentemente la direttiva europea sul riconoscimento delle qualifiche professionali, già licenziata da Strasburgo e in attesa dell'esame del consiglio, e con le disposizioni contenute nella bozza di ddl quadro Vietti e nel testo Cavallaro Federici all'esame del senato. La norma che già fa discutere i professionisti è contenuta nel decreto legislativo La Loggia che individua le competenze dello stato in fatto di professioni, in attuazione all'articolo 117 della Costituzione. Si tratta di un provvedimento fortemente atteso da tutto il mondo professionale, visto che il ministro per gli affari regionali, Enrico La Loggia in accordo con il guardasigilli, Roberto Castelli, ha vincolato al varo di questo provvedimento di ricognizione l'approvazione di qualsiasi legge di riforma delle professioni. Grazie all'individuazione di quelle competenze che sono patrimonio esclusivo dello stato in materia di professioni, infatti, sarà possibile emanare una legge che non sia in conflitto con quanto previsto nel nuovo articolo 117 in fatto di legislazione concorrente. In questo senso gli ordini professionali possono dormire sonni tranquilli, visto che lo sforzo del governo e della commissione tecnico-politica che ha lavorato sul testo è quello di limitare il più possibile le interferenze delle regioni in una materia, quella delle professioni appunto, che molti (a cominciare dai protagonisti) vorrebbero che tornasse alle dirette competenze dello stato L'articolo 2, al comma 2, individua perciò 15 esclusive dell'amministrazione centrale che vanno dalla ´formazione professionale universitaria e tirocinio', necessarie per l'accesso alle professioni, alla ´disciplina concernente l'individuazione delle figure professionali intellettuali e relativi profili didattici'. Insomma un'interpretazione piuttosto restrittiva dell'articolo 117 a danno delle regioni, ma in favore degli ordini professionali che non accettano di dover rinunciare a una legislazione nazionale per tutti gli aspetti che competono loro. Se, dunque, su questo punto non ci dovrebbero essere grandi contestazioni, rischia invece di far discutere la norma contenuta all'articolo 4 sulla ´tutela della concorrenza e del mercato'. A prendere per primo le distanze dall'articolato è il sottosegretario alla giustizia, Michele Vietti che alla riforma delle professioni ha dedicato gran parte del suo mandato. ´Non ho partecipato alle riunioni della commissione che ha elaborato il dlgs perché ritengo che le professioni meritino una risposta organica e complessa che non si può limitare a definire i paletti di competenza tra stato e regioni, ma deve proporre una riforma organica del comparto delle professioni intellettuali', spiega Vietti che si dice preoccupato anche ´per l'assimilazione tra le professioni e le imprese che rischia di comportare gravi conseguenze sotto il profilo delle regole della concorrenza da applicare'. E dura è la presa di posizione anche del presidente dei dottori commercialisti, Antonio Tamborrino che definisce un ´obbrobrio giuridico' la norma e richiama la recente sentenza della Cassazione che ´ha fatto chiarezza sulla netta distinzione tra attività di impresa e professioni inibendo la partecipazione degli ordini alle gare di appalto'. Sorpreso è anche il presidente del Cup, Raffaele Sirica, che però confida nell'impegno preso da La Loggia e da Castelli di ascoltare i professionisti prima di portare il provvedimento in consiglio dei ministri. Nessun problema invece per il presidente degli avvocati, Remo Danovi, che invita a non soffermarsi ´sulla classificazione nominalistica' dei concetti in questione e ricorda che l'equiparazione delle professioni all'attività di impresa è ´un connotato imprescindibile per la comunità europea'. La norma in questione, peraltro, sembrerebbe, dice, scongiurare ogni pericolo per la concorrenza dal momento che rimanda ´alle leggi in materia di professioni'. A stemperare le polemiche ci pensa anche Antonino Lo Presti (An), componente della commissione che ha redatto il testo e che ricorda si tratta di ´una bozza e non di un testo definitivo e quindi assolutamente perfettibile'.



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