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In Parlamento riordino congelato

Il Sole 24 Ore, 27/04/2004

Libere professioni strette tra le richieste di deregulation dell’Unione europea e il moltiplicarsi delle iniziative legislative di natura regionale. In attesa che il Governo prenda una posizione per risollevare dalle secche almeno uno dei tanti progetti di riforma "congelati a tempo indeterminato" nei cassetti parlamentari e ministeriali. Il presente e il futuro dei servizi professionali in Italia e in Europa sono stati ieri al centro del convegno «Libere professioni verso l’Europa», organizzato a Milano dall’associazione culturale «Milano propone». L’orientamento di Bruxelles mira a ridurre al minimo la pressione regolativa sul sistema professionale, ritenendo l’eccesso di disciplina degli Ordini sinonimo di barriere a mercato e concorrenza. «Non è pensabile — ha sottolineato il sottosegretario alla Giustizia, Michele Vietti — che ciò avvenga trascurando le specificità dei diversi ordinamenti. Dunque, nessuna abolizione degli Ordini, che sono, invece, certificatori della qualità delle prestazioni professionali». Tuttavia, gli Albi non sono immuni da difetti. Una riforma nazionale è quanto mai vitale. «Il rischio — ha ribadito Vietti — è che l’inerzia del legislatore nazionale, ci imponga, da una parte, una disciplina europea, calata dall’alto. E, dall’altra, una frantumazione del quadro normativo da parte delle Regioni, cui il rivisitato articolo 117 della Costituzione attribuisce una competenza concorrente in materia professionale» (la regione Toscana discuterà la prossima settimana una propria proposta). Occorre, dunque, approvare una riforma delle professioni tanto rapidamente quanto il decreto legislativo La Loggia che sposta il baricentro delle competenze verso lo Stato. Per Vietti «dopo le elezioni europee il Governo dovrà rivedere l’agenda delle priorità, per far posto alla riforma professionale». Lo ha ribadito anche il presidente dell’Udc, Marco Follini, primo firmatario di una proposta di legge che ricalca largamente la bozza Vietti. Proposta ferma in commissione Attività produttive della Camera, il cui presidente, Bruno Tabacci conferma: «L’esame generale non è ancora partito perché contemporaneamente è in discussione al Senato il testo unificato CavallaroFederici, per il quale si continua a rinviare il termine di presentazione degli emendamenti. La causa: l’ostracismo del Governo».



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